Georges Ivanovič Gurdjieff (1872–1949) è stato un filosofo, scrittore, mistico, esoterista, compositore, musicista e maestro di danze di origine greco-armena. Si interessò alla psicologia in un’epoca in cui questa disciplina era ancora agli esordi, anticipando in alcuni aspetti sia le tesi di Sigmund Freud che quelle di Carl Gustav Jung (Needleman, 1996). Gurdjieff sviluppò un metodo per la crescita psicologica e spirituale che venne definito “la Quarta Via”, una pratica che integrava il lavoro sul corpo, sulle emozioni e sulla mente, finalizzata allo sviluppo armonico dell’individuo (Ouspensky, 1949). Per diffondere il suo insegnamento, fondò varie scuole, tra cui la più celebre fu la tenuta di Le Prieuré, nei pressi di Parigi. Il pensiero di Gurdjieff si diffuse non solo grazie alla sua attività diretta, ma anche attraverso i suoi discepoli. Un ruolo fondamentale ebbe Pëtr Dem’janovič Uspenskij, che nel suo libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto raccontò le pratiche e le esperienze vissute con il maestro, rendendo accessibile a un pubblico più ampio la complessità del suo pensiero (Ouspensky, 1949). In un’epoca in cui era difficile conciliare la spiritualità con il sapere scientifico, Gurdjieff elaborò una via che riconosceva l’importanza della maturità emotiva come base per un autentico rapporto con il divino. Parallelamente agli studi di Freud sul ruolo delle esperienze traumatiche nell’insorgenza della sofferenza psichica, egli propose pratiche interiori capaci di colmare il divario tra psicologia e spiritualità, fino ad allora considerate discipline separate (Lipsey, 1997). Il suo intento era quello di integrare la ricerca di Dio con un percorso di trasformazione interiore volto al miglioramento del proprio essere e della qualità della vita. Nel suo insegnamento l’essere umano viene descritto come una macchina spesso frammentata e incapace di dirigere la propria vita in modo consapevole. Secondo questa visione l’essere umano è una realtà complessa costituita da diversi centri funzionali, ognuno dei quali governa aspetti specifici della vita psichica e fisica: il centro intellettuale, il centro emozionale, il centro istintivo-motorio e il centro sessuale. Nello stato ordinario, questi centri operano in modo disarmonico, scollegato e meccanico, generando una condizione di frammentazione interiore che impedisce all’individuo di agire con presenza, unità e consapevolezza. Secondo Gurdjieff, l’uomo comune vive la sua vita “addormentato” seguendo delle routine meccaniche, solo attraverso uno sforzo cosciente è possibile risvegliare il proprio potenziale spirituale e vivere una vita piena e autentica. Il lavoro su di sé ha come obiettivo proprio l’armonizzazione di questi centri sotto la guida di una volontà cosciente e risvegliata, affinché ogni funzione dell’essere trovi il proprio posto in una totalità equilibrata. Questo lavoro può avvenire attraverso varie pratiche, una delle più importanti ideata da Gurdjieff è quella relativa all’uso dell’enneagramma.
L’enneagramma di Gurdjieff e il lavoro sulle diverse funzioni psicologiche dell’individuo
L’enneagramma è un simbolo geometrico rappresentativo delle dinamiche psicologiche ideato dal mistico e (pubblicato per la prima volta nel 1949 nel testo Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Pëtr Dem’janovič Uspenskij suo allievo) relativo al lavoro interiore. L’enneagramma di Gurdjieff rappresenta il movimento dell’energia e il processo di trasformazione interiore. È composto da un cerchio, un triangolo e una figura a sei punte, che insieme illustrano le leggi universali del Tre e del Sette. Ogni punto dell’enneagramma può essere associato simbolicamente a un pianeta, a partire dalla Luna (1) che rappresenta la meccanicità e gli automatismi, a seguire Mercurio (2) come il primo contatto con la coscienza, Venere (3) simbolo di armonia e sentimento, Marte (4) per la forza e la lotta interiore, Giove (5) che esprime il senso dell’ordine e della legge interiore, Saturno (6) come limite, maturità e consolidamento e Sole (7) come centro dell’essere e volontà cosciente. I punti successivi, non planetari, rappresentano l’integrazione del lavoro spirituale nella vita e il ritorno al centro. Questo sistema descrive un percorso ciclico di evoluzione che va dalla frammentazione all’unità. All’interno di questo processo di armonizzazione, esistono assi di lavoro su di sé particolarmente significativi, che mettono in relazione due poli apparentemente distinti, ma in realtà complementari. Tra questi, spiccano due assi fondamentali:
- l’asse Marte–Mercurio (punti 4 e 2 dell’enneagramma), che rappresenta la connessione tra il centro istintivo-motorio e il centro intellettuale, e riguarda il cammino che va dall’azione meccanica all’azione consapevole, dall’energia grezza alla direzione intelligente;
- l’asse Venere–Giove (punti 3 e 5), che unisce il centro emozionale e il centro sessuale-creativo, ponendo le basi per una trasformazione profonda dell’energia affettiva e generativa in una forza unificata, creativa e spiritualmente orientata.
Questi assi non sono soltanto strutture teoriche, ma vie pratiche di lavoro sul profondo, attraverso le quali l’essere umano può cominciare a trasformare l’automatismo in presenza, la dispersione in intensità, la frammentazione in armonia. L’enneagramma, in questo senso, diventa uno strumento operativo e simbolico, capace di guidare il praticante nella mappa della propria interiorità, indicando le tensioni evolutive necessarie per il risveglio dell’essere.
Il lavoro interiore sull’asse Marte–Mercurio (punto 4–punto 2): dal movimento cieco all’azione consapevole
Nell’enneagramma gurdjieffiano, i punti 4 (Marte) e 2 (Mercurio) rappresentano due poli fondamentali dell’essere umano: il centro istintivo-motorio e il centro intellettuale. La loro unione, letta come un asse orizzontale, descrive un processo evolutivo che attraversa il corpo e la mente, la forza e la direzione, l’impulso e la riflessione.
Marte – Punto 4: Il centro istintivo-motorio
Marte è simbolo dell’azione, della forza, della volontà grezza. È il principio che governa il corpo, il movimento, la risposta immediata, la reazione agli stimoli esterni. Nel centro istintivo-motorio troviamo l’energia della sopravvivenza, della ripetizione automatica, ma anche la base energetica su cui costruire la trasformazione. In condizioni ordinarie, il centro istintivo agisce senza consapevolezza: è veloce, potente, ma cieco. Gurdjieff lo paragona a un motore che gira costantemente, ma senza direzione. In questa sua forma meccanica, Marte rappresenta l’impulso bruto, la tendenza alla reazione e alla dispersione.
Mercurio – Punto 2: Il centro intellettuale
Mercurio è il simbolo della mente, dell’analisi, della comunicazione e dell’adattamento. Il centro intellettuale è quello che elabora pensieri, costruisce rappresentazioni, valuta e prevede. Nella sua forma ordinaria, tuttavia, esso è spesso disconnesso dal corpo, perdendosi in speculazioni, astrattezza, o in una sterile attività mentale priva di radicamento. La mente, scollegata dall’azione, non agisce: si muove in cerchio. È come un navigatore senza ruote, che sa dove andare ma non può muoversi. In questo senso, il Mercurio gurdjieffiano rappresenta una mente ancora meccanica, che deve imparare a servire un’intelligenza superiore.
Il lavoro sull’asse 4–2: armonizzare forza e direzione
Il vero lavoro alchemico avviene quando questi due poli vengono messi in relazione cosciente. Gurdjieff insiste sul fatto che nessun centro deve lavorare da solo. Quando l’azione (Marte) viene guidata dalla comprensione (Mercurio), e quando il pensiero è radicato nell’esperienza corporea, allora l’essere umano comincia ad agire unitariamente. Il centro istintivo riceve direzione dal pensiero consapevole. Il centro intellettuale si nutre dell’energia vitale del corpo e smette di vagare senza scopo. Questa connessione crea un ponte operativo, in cui il corpo non è più solo istinto, e la mente non è più solo idea: nasce così una forza intelligente, capace di muoversi nel mondo con presenza, precisione e volontà.
Pratiche per l’integrazione dell’asse Marte–Mercurio
- Movimenti Sacri: le danze di Gurdjieff mettono in azione il corpo in modo preciso, guidato dalla coscienza. È un esempio diretto di come il pensiero possa dirigere l’azione.
- Lavoro sul corpo cosciente: portare attenzione al gesto, al respiro, alla postura durante le attività quotidiane. Ciò radica il pensiero nella materia.
- Auto-osservazione: imparare a vedere quando si è nella testa e quando nel corpo, senza giudicare, ma con presenza imparziale.
- Ricordo di sé: mantenere la consapevolezza simultanea del pensiero e della sensazione. Questo è il vero punto di fusione tra i centri.
Conclusione: la nascita di una volontà unificata
L’asse Marte–Mercurio è una linea di lavoro essenziale nel processo di trasformazione gurdjieffiano. Il suo significato va ben oltre la semplice efficienza funzionale: rappresenta la possibilità di agire nel mondo in modo non meccanico, ma libero, sotto la guida di una presenza interiore stabile. Quando la forza dell’istinto e la chiarezza del pensiero si uniscono, nasce una volontà centrale, capace di orientare l’essere verso la sua evoluzione spirituale. In questa unione si trova uno degli aspetti più concreti del risveglio: l’uomo che smette di essere macchina e comincia a essere.
Il lavoro interiore sull ’Asse Venere–Giove: Il Ponte tra Emozione e Forza Vitale
Nel simbolismo energetico dell’enneagramma secondo G.I. Gurdjieff, i punti collegati ai pianeti rappresentano veri e propri stati o centri funzionali dell’essere umano. In particolare, Venere (punto 3) è associata al centro emozionale, mentre Giove (punto 5) viene spesso messo in relazione con il centro sessuale o vitale. L’asse che unisce questi due punti, quindi, non è solo un collegamento simbolico tra due pianeti o funzioni, ma una via di integrazione tra due delle energie più potenti dell’essere umano: il sentimento e la forza creativa. Questo asse rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di trasformazione interiore.
Venere: Il Centro del Sentire
Nel linguaggio tradizionale, Venere rappresenta l’amore, la bellezza, la relazione, la sensibilità e la capacità di entrare in contatto affettivo con l’altro. Sul piano interiore, Venere è il cuore emotivo dell’essere, la sfera da cui scaturiscono i moti più autentici dell’anima: compassione, desiderio di unione, dolore, empatia. Nel sistema di Gurdjieff, però, il centro emozionale ordinario tende a essere disturbato da reazioni meccaniche, da identificazioni e da emozioni negative. Spesso, infatti, l’energia emozionale viene dispersa in lamentele, reattività o fantasie. Il lavoro su questo centro mira a purificarlo, renderlo più sensibile ma anche più saldo, affinché possa diventare ricettivo a impressioni superiori e connesso con il sentire autentico.
Giove: Il Centro Sessuale e Vitale
Giove, nella cosmologia esoterica, è il grande pianeta dell’espansione, della vitalità, dell’abbondanza. Collegato al centro sessuale, rappresenta l’energia primordiale della creazione, il nucleo generativo che alimenta ogni altra funzione. Nel sistema gurdjieffiano, il centro sessuale è considerato il più potente e il più veloce dei centri. Tuttavia, quando agisce disordinatamente, può generare dipendenza, compulsività o dispersione di energia. Integrarlo significa trasformare l’istinto generativo in forza creativa e spirituale, capace di sostenere il lavoro interiore.
L’unione dei centri: dal Desiderio alla Trasformazione
L’asse Venere–Giove può essere visto come la via alchemica attraverso cui il desiderio diventa forza creativa cosciente. Quando il centro emozionale purificato (Venere) si unisce alla potenza del centro sessuale (Giove), si crea una corrente che può risvegliare il fuoco del cuore, generando stati di profonda ispirazione, amore consapevole e trasformazione energetica. Nel lavoro interiore, questa unione può essere coltivata attraverso pratiche che riconciliano sensibilità e forza, come il lavoro sul corpo cosciente, la danza sacra, la meditazione sul respiro o sul sentimento, o l’uso dell’energia sessuale sublimata come carburante per l’ascesi interiore.
Conclusione: un Cuore che Genera Vita
In sintesi, l’asse Venere–Giove (3–7) rappresenta la connessione tra la capacità di sentire e la potenza del creare. Non si tratta solo di un equilibrio tra emozione e impulso, ma di una trasmutazione dell’energia emotiva in forza spirituale. Quando il cuore (Venere) si purifica dal desiderio meccanico e la forza sessuale (Giove) si libera dalla compulsione, nasce un tipo di amore nuovo: un amore attivo, capace di generare cambiamento dentro e fuori di sé. In questa alchimia dell’essere, il sentimento si fa potenza, e la potenza si fa servizio all’essere.
Bibliografia
Lipsey, R. (1997). Gurdjieff Reconsidered: The Life, the Teachings, the Legacy. Boston: Shambhala.
Needleman, J. (1996). Gurdjieff: Essays and Reflections on the Man and His Teaching. New York: Continuum.
Ouspensky, P. D. (1949). In Search of the Miraculous: Fragments of an Unknown Teaching. New York: Harcourt, Brace and Company.